rossi elena
Donnerstag, 3. Oktober 2019
Zuletzt geändert: Donnerstag, 31. Oktober 2019
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L’innovazione più celebre di Freinet è senza dubbio la “tipografia scolastica”.
Si trattava di una vera tipografia, capace di stampe nitide e di tirature elevate.
I fanciulli maneggiando i caratteri tipografici, allineandoli sul regolo, preparano le bozze di stampa, che correggono con il maestro. Apprendono a riflettere, a leggere, a scrivere, comporre, condividere.
Nasce così l’idea del “libro di vita”: in esso venivano raccolti i testi elaborati dai ragazzi che poi potevano essere condivisi e diventare oggetto di ulteriori discussioni, avviando un dialogo con le classi o scuole.
I documenti raccolti nei lavori di ricerca divennero man mano più numerosi e imposero l’esigenza di una documentazione sempre a portata di mano, da qui l’avviamento dei diversi “schedari scolastici”, destinati ad arricchirsi incessantemente.
Il contenuto dei classici manuali scolastici e degli altri fonti di ricerca venne selezionato, scelto, ritagliato, incollato su schede, diventando elemento di schedari in continuo arricchimento.
Tipografia in una scuola oggi
Celestin Freinet; “Le mie tecniche”, Nuova Italia Firenze, 1969
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